SKIALP
METRI DI DISLIVELLO
QUOTA DI PARTENZA
QUOTA MASSIMA
CHILOMETRI
Il Gran Paradiso (4061 m) è una montagna bellissima: si trova in Valsavarenche, nello splendido Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Il "Granpa" ha tre vie di accesso principali: le due vie normali dal Rifugio Vittorio Emanuele II o dal Rifugio Chabod e la classica Parete Nord. Noi abbiamo scelto la Normale dal Vittorio Emanuele del CAI Torino.
La salita è sottovalutata dai più in quanto, a detta di tutti, è "uno dei 4000 più facili delle Alpi". In realtà il dislivello e i passaggi di roccia per giungere alla vetta, anche se semplici, colgono impreparati molti neofiti...
ATTENZIONE: di seguito vi descriviamo un percorso di tipo scialpinistico BSA (Buon Sciatore Alpinista) con padronanza tecnica su terreno ripido fino a 40° e nei canali stretti.
Day 1
Transfer fino a Pont Valsavarenche
/
Parking libero
Day 1
Pont - Rifugio Vittorio Emanuele II
+750 m
Sentiero mulattiera. Pernottamento in rifugio
Day 2
Rifugio Vittorio Emanuele II - Summit
+1350 m
Via alpinistica su ghiacciaio
Day 2
Summit - Rifugio Vittorio Emanuele II
-1350 m
/
Day 2
Rifugio Vittorio Emanuele II - Pont
-750 m
/
In macchina fino a Pont Valsavarenche. Parcheggio gratuito di fronte all'Hotel Gran Paradiso. Bagni pubblici. É possibile pernottare gratuitamente in van.
Dislivello: +750 metri
Tempo: 2:30 ore
Km: 5
6 aprile 2024 - Dal balcone di casa, gustandoci il caffè del sabato mattina, constatiamo che le previsioni di uno spettacolare week-end di caldo e sole in Valle sono attendibili, almeno per il sabato. Quindi programma confermato: Gran Paradiso.
Un 4000 già raggiunto più volte dall'ometto della coppia ma ogni volta, alla vista della coda stile "saldi da Primark" per arrivare a toccare la Madonnina di vetta, ha sempre preferito desistere e aspettare al rifugio con una birra in mano i puristi della "croce di vetta".
Alle 11:30 attacchiamo la salita per il Rifugio, l'obbiettivo è arrivare il prima possibile a prendere il sole a quota 2732 m. La situazione neve e caldo è alquanto anomala: percorriamo la mulattiera reale in maniche corte e ciò rende i nostri zaini molto più pesanti del previsto.
La traccia è deturpata dalle continue discese affrontate in derapage. Nella prima ora e mezza di marcia il dislivello guadagnato è irrisorio... ma oggi non c'è fretta e l'obiettivo è stancarsi il meno possibile.
Neanche il tempo di dirselo che il panorama si apre, il pendio impenna e nella seguente ora maciniamo buona parte del dislivello.
Il caldo è davvero eccessivo per la stagione, più che due skialper sembriamo turisti della domenica, diretti in spiaggia il girono di Ferragosto, carichi come muli e ovviamente semi nudi.
Alle 14:00 siamo in costume da bagno, con una birra in mano, a prendere il sole sulla magnifica terrazza del Rifugio Vittorio Emanuele II con vista sulla Becca di Monciair e sul Ciarforon.
Alle 6:30 facciamo una veloce colazione, mentre osserviamo orde di francesi abbuffarsi con pane, burro, marmellata, miele e cioccolata...
L'attacco della traccia è segnalato da un bel cartello tra il rifugio e la cappella. La partenza alle 7:15 ci evita le frontali.
La giornata è calda ma il sole è completamente nascosto dietro le nuvole: un peccato per il reportage su Instagram, una fortuna per godersi la salita.
Dopo il primo pendio la traccia diventa ben visibile ma a causa del rigelo e della nevicata notturna preferiamo restarne fuori.
Dopo circa 300 m di dislivello calziamo i coltelli, che togliamo quando le pendenze e il terreno mollano un po'. Molti evitano questo "metti e togli", ma abbiamo fatto le nostre valutazioni... ed è un buon modo per risparmiare tempo e fatica.
A quota 3500 m circa si arriva ai pedi dalla seraccata, da qui è visibile la vetta. Ovviamente dei francesi ancora nessuna traccia... l'abbondanza della cucina del Rifugio deve aver avuto la meglio.
La vista del ghiacciaio è di grande impatto per entrambi ma per motivi diversi:
A: "la natura è spettacolare, mai visto un seracco così da vicino!"
F: "l'uomo sta distruggendo una natura spettacolare, lo scioglimento del ghiacciaio è impressionante"
Il pit stop prima degli ultimi pendii è d'obbligo per i numerosi gruppi accompagnati da guida. Per noi niente pausa, abbiamo un obbiettivo: evitare le code dell'ora di punta. Procediamo ad andatura costante fino alla sella dove togliamo gli sci.
L'entusiasmo alla vista di una sola cordata sulla via di accesso alla madonnina, è vanificato dalla lunga processione per la discesa... ma un problema alla volta.
Non indossiamo i ramponi: le peste che conducono all'attacco della ferratina sono agevoli come scalini, procediamo semplicemente legati. Gli ultimi 10 metri consistono in una semplice scala attrezza che però rallenta le operazioni.
Prima di mezzogiorno siamo in vetta e scattiamo la foto di rito!
Visto il sovraffollamento sulla via di discesa e il deserto dietro di noi, la scelta ci sembra scontata: scendiamo da dove siamo saliti.
Dislivello: -2150 m
Tempo: 6 ore
Km: 22
Abbiamo scommesso e abbiamo vinto, l'orario in cui affrontiamo la discesa è perfetto. L'equazione tra alte temperature, rigelo notturno, leggera nevicata, mancanza del solleone e ora della giornata ha restituito una neve da pista appena battuta.
Purtroppo a quota 3000 m la situazione peggiora leggermente ma è ancora piacevolmente sciabile.
Breve pausa al rifugio e riprendiamo a scendere.
Dai 2500 m in giù la neve diventa impraticabile ma in un modo o nell'altro rientriamo alla macchina alle h 14:30... felici e nemmeno troppo stanchi.
VUOI LA TRACCIA GPS?