SKIALP

Gran Paradiso

6-7 APRILE 2024

Difficoltà BSA
Via Normale
Esposizione Ovest
0

METRI DI DISLIVELLO

0

QUOTA DI PARTENZA

0

QUOTA MASSIMA

0

CHILOMETRI

Una delle grandi gite scialpinistiche della Valle d'Aosta e delle Alpi, con pernottamento al Rifugio Vittorio Emanuele II

Il Gran Paradiso (4061 m) è una montagna bellissima: si trova in Valsavarenche, nello splendido Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Il "Granpa" ha tre vie di accesso principali: le due vie normali dal Rifugio Vittorio Emanuele II o dal Rifugio Chabod e la classica Parete Nord. Noi abbiamo scelto la Normale dal Vittorio Emanuele del CAI Torino.

La salita è sottovalutata dai più in quanto, a detta di tutti, è "uno dei 4000 più facili delle Alpi". In realtà il dislivello e i passaggi di roccia per giungere alla vetta, anche se semplici, colgono impreparati molti neofiti...

ATTENZIONE: di seguito vi descriviamo un percorso di tipo scialpinistico BSA (Buon Sciatore Alpinista) con padronanza tecnica su terreno ripido fino a 40° e nei canali stretti.

In sintesi

Giorno
Location
Dislivello
Note

Day 1

Transfer fino a Pont Valsavarenche

/

Parking libero

Day 1

Pont - Rifugio Vittorio Emanuele II

+750 m

Sentiero mulattiera. Pernottamento in rifugio

Day 2

Rifugio Vittorio Emanuele II - Summit

+1350 m

Via alpinistica su ghiacciaio

Day 2

Summit - Rifugio Vittorio Emanuele II

-1350 m

/

Day 2

Rifugio Vittorio Emanuele II - Pont

-750 m

/

Avvicinamento

In macchina fino a Pont Valsavarenche. Parcheggio gratuito di fronte all'Hotel Gran Paradiso. Bagni pubblici. É possibile pernottare gratuitamente in van.

Primo giorno

Dislivello: +750 metri

Tempo: 2:30 ore

Km: 5

Da Pont seguire le indicazioni per il Rifugio Vittorio Emanuele II.

Superare su un primo ponte il torrente Savare e proseguire in piano sul lato destro idrografico.

Oltrepassare un secondo torrente, altro ponticello in legno, e iniziare a salire nel bosco di larici.

Da qui ci sono 3 possibili percorsi:

1) Seguire la mulattiera reale (comoda e lastricata in molti tratti). Giungere al rifugio per ampi pendii.

2) Con neve sicura portarsi nel canalone (ripido!). Risalirlo fino in fondo e deviare a destra (ripido!) per poi riprendere la mulattiera reale. Da qui si raggiunge il rifugio per ampi pendii.

3) Un altro itinerario, molto più lungo, consiste nel risalire il vallone di Seiva verso la Testa del Grand Etret e, giunti a quota 2600 m, deviare a sinistra. Traversare alla base della Becca di Monciair e del Ciarforon e raggiungere il rifugio Vittorio Emanuele II dall’alto, scavalcando alcuni dossi morenici.

6 aprile 2024 - Dal balcone di casa, gustandoci il caffè del sabato mattina, constatiamo che le previsioni di uno spettacolare week-end di caldo e sole in Valle sono attendibili, almeno per il sabato. Quindi programma confermato: Gran Paradiso.


Un 4000 già raggiunto più volte dall'ometto della coppia ma ogni volta, alla vista della coda stile "saldi da Primark" per arrivare a toccare la Madonnina di vetta, ha sempre preferito desistere e aspettare al rifugio con una birra in mano i puristi della "croce di vetta".

Alle 11:30 attacchiamo la salita per il Rifugio, l'obbiettivo è arrivare il prima possibile a prendere il sole a quota 2732 m. La situazione neve e caldo è alquanto anomala: percorriamo la mulattiera reale in maniche corte e ciò rende i nostri zaini molto più pesanti del previsto.

La traccia è deturpata dalle continue discese affrontate in derapage. Nella prima ora e mezza di marcia il dislivello guadagnato è irrisorio... ma oggi non c'è fretta e l'obiettivo è stancarsi il meno possibile.

Neanche il tempo di dirselo che il panorama si apre, il pendio impenna e nella seguente ora maciniamo buona parte del dislivello.

Il caldo è davvero eccessivo per la stagione, più che due skialper sembriamo turisti della domenica, diretti in spiaggia il girono di Ferragosto, carichi come muli e ovviamente semi nudi.

Alle 14:00 siamo in costume da bagno, con una birra in mano, a prendere il sole sulla magnifica terrazza del Rifugio Vittorio Emanuele II con vista sulla Becca di Monciair e sul Ciarforon.

Il Rifugio Vittorio Emanuele II è di proprietà del CAI Torino. Con la sua caratteristica forma di botte rivestita in lamiera, è uno dei rifugi più suggestivi dell'arco alpino.

Il rifugio è situato a 2732 metri di quota, nei pressi dello splendido lago di Montcorvè.

La struttura è accogliente: ci sono stanze da 6 o 4 posti letto e un dormitorio comune, per un totale di 120 posti.

Colazione e cena sono compresi nella mezza pensione. Il ristorante è attivo anche a pranzo. E' possibile consumare il proprio cibo nel refettorio.

In rifugio non c'è il Wi-Fi. La rete mobile non prende, quindi scordatevi messaggi WhatsApp e post su Instagram. In alcuni punti si riesce a inviare SMS.

C'è un telefono fisso a pagamento.

L'acqua dei rubinetti è potabile.

I bagni sono puliti e provvisti di carta igienica.

Secondo giorno

Ascesa
Dislivello: +1350 m
Tempo: 4:30 ore
Km: 12

Dal rifugio Vittorio Emanuele si traversa in moderata pendenza in direzione NN. Portarsi nell’ampio vallone del ghiacciaio del Gran Paradiso e risalire in direzione ovest per una serie di dossi.

Risalire il largo e ripido pendio del ghiacciaio che porta ad un’ampia spalla. Seguire un secondo pendio sulla dx alquanto ripido fino a sbucare sulla larga dorsale che conduce alla cresta detta “Schiena d’Asino” (3750 m circa).

Di fronte a una magnifica seraccata scavalcare la dorsale che separa il Ghiacciaio del Gran Paradiso da quello di Laveciau.

Passare alla base della Becca di Moncorvé e per ampi pendii risalire l’ultimo tratto del ghiacciaio.

Superare la terminale (normalmente chiusa in stagione scialpinistica) e lasciare gli sci alla sella q. 4035, alla base delle rocce sommitali.

Risalire il pendio nevoso a sinistra sotto la vetta (fittoni inox). Giunti a un colletto (sosta attrezzata) salire la nuova ferratina per circa 10 metri (scalini e sosta attrezzata in cima). Da qui, per facili roccette (due spit), raggiungere la Madonnina di vetta (4061 m).

Discesa dalla vecchia via normale (due spit e un vecchio chiodo), facile ma esposta.

Alle 6:30 facciamo una veloce colazione, mentre osserviamo orde di francesi abbuffarsi con pane, burro, marmellata, miele e cioccolata...

L'attacco della traccia è segnalato da un bel cartello tra il rifugio e la cappella. La partenza alle 7:15 ci evita le frontali.

La giornata è calda ma il sole è completamente nascosto dietro le nuvole: un peccato per il reportage su Instagram, una fortuna per godersi la salita.

Dopo il primo pendio la traccia diventa ben visibile ma a causa del rigelo e della nevicata notturna preferiamo restarne fuori.

Dopo circa 300 m di dislivello calziamo i coltelli, che togliamo quando le pendenze e il terreno mollano un po'. Molti evitano questo "metti e togli", ma abbiamo fatto le nostre valutazioni... ed è un buon modo per risparmiare tempo e fatica.

A quota 3500 m circa si arriva ai pedi dalla seraccata, da qui è visibile la vetta. Ovviamente dei francesi ancora nessuna traccia... l'abbondanza della cucina del Rifugio deve aver avuto la meglio.

La vista del ghiacciaio è di grande impatto per entrambi ma per motivi diversi:

A: "la natura è spettacolare, mai visto un seracco così da vicino!"

F: "l'uomo sta distruggendo una natura spettacolare, lo scioglimento del ghiacciaio è impressionante"

Il pit stop prima degli ultimi pendii è d'obbligo per i numerosi gruppi accompagnati da guida. Per noi niente pausa, abbiamo un obbiettivo: evitare le code dell'ora di punta. Procediamo ad andatura costante fino alla sella dove togliamo gli sci.

L'entusiasmo alla vista di una sola cordata sulla via di accesso alla madonnina, è vanificato dalla lunga processione per la discesa... ma un problema alla volta.

Non indossiamo i ramponi: le peste che conducono all'attacco della ferratina sono agevoli come scalini, procediamo semplicemente legati. Gli ultimi 10 metri consistono in una semplice scala attrezza che però rallenta le operazioni.

Prima di mezzogiorno siamo in vetta e scattiamo la foto di rito!

Visto il sovraffollamento sulla via di discesa e il deserto dietro di noi, la scelta ci sembra scontata: scendiamo da dove siamo saliti.

Discesa

Dislivello: -2150 m

Tempo: 6 ore

Km: 22

La lunga discesa dalla vetta fino alla macchina avviene per lo stesso itinerario.

Abbiamo scommesso e abbiamo vinto, l'orario in cui affrontiamo la discesa è perfetto. L'equazione tra alte temperature, rigelo notturno, leggera nevicata, mancanza del solleone e ora della giornata ha restituito una neve da pista appena battuta.

Purtroppo a quota 3000 m la situazione peggiora leggermente ma è ancora piacevolmente sciabile.

Breve pausa al rifugio e riprendiamo a scendere.

Dai 2500 m in giù la neve diventa impraticabile ma in un modo o nell'altro rientriamo alla macchina alle h 14:30... felici e nemmeno troppo stanchi.

VUOI LA TRACCIA GPS?

OUR PORTFOLIO...

OUR LIFESTYLE

CLIMBING

SKIALP

MOUNTAINEERING

TREKKING

BIKING

TRAVEL

VANLIFE

Free adventure tips and lifestyle

CONTACT US

rockandrollaadventures@gmail.com


© COPYRIGHT ROCK AND ROLLA 2024, ALL RIGHTS RESERVED