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"Reduci" dalla scalata del Kilimanjaro, lungo la Marangu Route, ci concediamo un po' di relax nella tanto blasonata Zanzibar.
Il programma prevede sole, mare, relax e visita delle principali attrazioni turistiche dell'isola... ma capiterà molto di più!
1
Boma la Ngombe - Stone Town
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Anayah House
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1
Stone Town - Jambiani
55
Freshi Residence
Visita & spiaggia
2
Jambiani - Nungwi
95
Ocean Breeze Boutique
Spiaggia
3
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Ocean Breeze Boutique
Escursione in barca
4
Nungwi - Stone Town
58
Forodhani Park Hotel
Visita
5
Stone Town - Malpensa
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La guida che ti accompagnerà per tutto il trekking ti mostrerà l'itinerario e verificherà che tu sia dotato dell'equipaggiamento e vestiario idoneo. Seppur vero che stai per affrontare un trekking "tecnicamente semplice" sappi che:
Dislivello: +830 metri
Tempo previsto: 3/4 ore
Tempo effettivo: 3,15 ore
Km: 8,75
Partenza alle h 9:00 dall'hotel, prima sosta tecnica per permettere ad uno dei componenti del gruppo di noleggiare l'attrezzatura, che ritarda la partenza da Moshi di circa 2 ore...
Dopo un'ora di auto arriviamo al Marangu Gate. Le guide e i portantini impiegano altre 2 ore per preparare le pesanti sacche e sbrigare le procedure burocratiche per accedere al Parco.
Alle h 13:45, finalmente, ci incamminiamo attraverso la foresta pluviale. L'intero itinerario è su terreno facile ma molto spesso fangoso. Il meteo è variabile e umido e la probabilità di improvvisi temporali è alta, ma il Sig. Meteo ci grazia.
Alle h 17:00 arriviamo al primo campo base: Mandara Hut, dove ci accoglie il sole e l'unica "doccia" calda di tutto il trekking. Ricca e variegata cena a base di verdura e... fish and chips, confronto sulle prime sensazioni con le guide e tutti a dormire.
Dislivello: +1020 metri
Tempo previsto: 5/6 ore
Tempo effettivo: 4,25 ore
Km: 16,5
Come da programma alle h 8:00 siamo in marcia per attraversare l'ultimo tratto di foresta e inoltrarci nella brughiera. La giornata è caratterizzata da un cielo plumbeo e un tasso di umidità elevatissimo ma anche questa volta arriviamo ad Horombo Hut "asciutti".
La quota aumenta e i servizi diminuiscono: la corrente è presente solo nelle sale comuni e le prese sono poche rispetto alla richiesta, ma gli IPhone in modalità off-line reggono, l'unica necessità è ricaricare i Garmin per continuare a tracciare l'impresa.
Dislivello: +500 metri
Tempo previsto: 2 ore
Tempo effettivo: 1,30 ore
Km: 4
Per acclimatarsi il secondo giorno è prevista un'escursione fino a Zebra Rock. Rifocillati e riposati, alle h 16:00 si parte per questa piacevole sgambata mirata a toccare la quota 4000 metri.
Raggiungiamo in poco più di un'ora queste caratteristiche rocce, rese striate dall'incessante acqua piovana ricca di minerali. Da qui godiamo di una vista sul Mawenzi molto suggestiva.
Il panorama è ancor più scenografico grazie ai deboli raggi di sole che finalmente bucano le nuvole. La comparsa anche se tardiva di questo sole ci ricarica le batterie per correre giù al Campo base e goderci la meritata cena.
Dislivello: +980 metri
Tempo previsto: 5/6 ore
Tempo effettivo: 4,20 ore
Km: 9,95
Ci svegliamo con il sole che, dopo le precedenti notti fredde e la quota che aumenta, ci rende più felici di Rudolph a Natale.
Alle h 8:05 siamo in marcia per affrontare il deserto alpino. La bassa temperatura è smorzata dal sole caldo ma il vento è costante, freddo e intenso. Consigliamo uno strato leggero ma che copra ogni centimetro quadro di pelle, compreso il naso... Ripeto, noi siamo partiti con lo spirito di Rudolph e strada facendo ne abbiamo assunto l'aspetto.
Le pendenze dell'itinerario sono leggermente più impegnative del giorno precedente ma il terreno è semplice e costane (per non dire monotono e noioso: in fondo tu ti sei scelto di passare le agognate vacanze camminando su un vulcano... quindi taci e cammina).
Alle h 12:25 siamo all'ultimo rifugio, il Kibo Hut. L'entusiasmo di vedere la vetta sempre più vicina, il sole e l'euforia di aver superato i portatori non ci fa percepire la quota (4700 metri!), ma presto ci rendiamo conto che la montagna non deve essere sottovalutata ed ognuno è diverso. Chi magari ha faticato ad adattarsi nei giorni precedenti, ora pranza con patatine fritte e 300g di spaghetti alla margarina; mentre chi diceva "faccio ancora un giro di corsa per stancarmi" ha lo stomaco chiuso ed il senso di nausea che cresce, insieme ai giramenti di testa.
Dopo aver constatato che le toilette sono profondi buchi neri nei pavimenti e che le nuvole hanno di nuovo rubato il sole, ci mettiamo stretti stretti nei sacchi a pelo fino alla cena, servita alle h 17:00. Le cosce di pollo divinamente cucinate dal nostro Chef ci danno l'energia per i preparativi: domani toccheremo quota 5895 metri e ridiscenderemo a 3720...
Dislivello: +1195 metri
Tempo previsto: 6/8 ore
Tempo effettivo: 5,50 ore
Km: 6
Nel cuore della notte bussa alla porta Muddy (il portatore più giovane del gruppo) con pop corn e biscotti al cocco: spuntino di mezzanotte? No, la colazione dei campioni!
Sono le h 23:30, tutto è molto rallentato, l'adrenalina è tanta ma il freddo e il buio pesto non aiutano la reattività. Alle h 00:23 siamo parte di una lunga carovana di pile frontali che, in fila indiana, addobba ad albero di Natale il pendio del cono vulcanico sommitale.
Dopo neanche un'ora di cammino in modalità POLE, POLE, il nostro corpo inizia a mandarci chiari segnali di ipotermia. Le continue pause spezzano anche quel lentissimo ritmo di camminata.
Decidiamo di assumerci l'intera responsabilità della riuscita della conquista della vetta, "convincendo" la guida a lasciarci proseguire anticipando il gruppo. Non è né irresponsabilità, né arroganza, né tanto meno incoscienza ma l'esperienza e la piena consapevolezza di noi stessi: ci sono regole generali per affrontare la montagna e poi ci sono i bisogni del singolo individuo, noi in quel momento dovevamo ascoltare noi stessi.
Con scatti ammazza fiato, superiamo velocemente le lentissime lucciole davanti a noi e il nostro corpo inizia a svegliarsi.
Dopo circa 2,5 km c'è il passaggio chiave: il Gillman's Point. Un netto restringimento del sentiero, caratterizzato da una pietraia iniziale, seguita da alcuni semplici passaggi su roccia, che portano alla lunga cresta sommitale innevata
Le basse temperature e l'elevata esposizione al vento ricoprono le pietre di verglass, rallentando notevolmente i neofiti dell'alta quota. Gli scarponi da alpinismo e un minimo di famigliarità con la roccia, ci permettono di sfruttare a nostro vantaggio questo cambio di terreno.
Alle h 5 del mattino inizia la lunga cresta sommitale del cono vulcanico: semplice, ma non banale. Se fossimo su una montagna europea, accompagnati da una guida locale, ci saremmo dovuti legare. Qui invece il livello di attenzione è molto più basso: sta a te calibrare i movimenti in cresta per non perdere l'equilibrio.
Noi continuiamo con passi decisi, ben piazzati e costanti. Senza più soste, alle h 06:06 tocchiamo finalmente la vetta!
L'emozione è tanta. Ma la cima di una montagna non è la meta, è solo la metà del tuo percorso. Ci godiamo tutti gli 8 minuti di permanenza a quota 5895 m, con l'immancabile foto di rito.
Dislivello: -2175 metri
Tempo previsto: 6/8 ore
Tempo effettivo: 4 ore
Km: 15
Inizia l'eterna discesa a Horombo Huts. La cresta ci regala le prime luci dell'alba squarciate da lampi di temporali sul fondo valle. Al collo di bottiglia del Gillman's Point incontriamo le cordate che avevamo superato in salita e gli altri membri del nostro gruppo. Stanchi e infreddoliti, incrociarci da la spinta a loro per il rush finale alla vetta e, a noi, ricarica le batterie: siamo stati veloci.
La discesa fino a Kibo Huts è una goduria: tagliamo tutti i tornanti fatti in salita, scivolando "dritto-per-dritto" sul terreno sabbioso. Alle h 8, tra lo stupore dei portatori, siamo i primi a tornare al rifugio. Il nostro Chef vedendoci arrivare, sparisce e ricompare correndo, con due calici di succo al mango in bilico su un vassoietto e brindiamo: siamo gli unici “mzungu” (uomini bianchi) in tutto il campo.
Quel bicchiere ci ubriaca di adrenalina. Ma nessuna sbronza resta impunita e ben presto la quota, la sveglia delle h 23 e il freddo presentano il conto: è indispensabile un'ora di riposo e del cibo. Dopo aver appurato che a 4.700 m il succo di mango è meglio del genepy e che è possibile degustare ottime piadine, tanto da competere con quelle emiliane, salutiamo Kibo huts e ci incamminiamo verso il deserto alpino. Ci aspettano ancora 2 ore di marcia e sta arrivando il brutto tempo.
Alle h 10 stiamo trotterellando giù, con il medesimo vento dell'andata ma senza sole. Sarà che siamo euforici ma, in veste silent hill, i 10 km di deserto alpino sembrano accorciarsi... mentre per la nostra guida, costretto a subirsi quasi due ore di pessimo karaoke, devono essere stati un vero film horror.
Arrivati ad Horombo Huts le nostre facce stravolte impietosiscono i gestori, tanto che la stanza che ci assegnano per la notte è nuova di pacca: ha il soffitto alto tre metri, vere strutture per i letti, un tavolo e perfino le prese elettriche.
Il nostro corpo è ormai composto dal 95% di fredda umidità e dal 5% di glaciale stanchezza.
Dopo quattro giorni di forzata condivisione degli spazi, la visione di un letto abbastanza grande da accoglierci entrambi, in una stanza tutta per noi, con la chiave nella toppa della serratura, non può che portare una giovane coppia a fare una cosa sola... DORMIRE, al caldo e in silenzio.
La montagna ci risveglia con un tramonto mozzafiato. Per tutta la salita il Kilimanjaro ha gelosamente custodito tutta la sua bellezza, nascondendosi dietro le nuvole in un costante gioco di vedo non vedo, mostrandoci la sua maestosità solo per brevi momenti. Ora, dopo averla conquistata, la Montagna ci lascia senza fiato e con il cuore pieno di soddisfazione e ricordi.
Ci godiamo "l’ultima cena", a base dell’ultimo chilo di riso rimasto, condito con l’ultima salsa yogurt e accompagnato dalle ultime verdure superstiti. La nostra brigata ha fatto i conti giusti: tutto quello che è stato portato è stato consumato.
Ah no aspettate: per paura del mal di pancia non abbiamo mai aperto il barattolo di burro di arachidi che a colazione, pranzo e cena stanziava sul nostro tavolo. É giunta la sua ora…
Dislivello: -1850 metri
Tempo previsto: 4/5 ore
Tempo effettivo: 5 ore
Km: 20,35
La routine è ormai collaudata: sveglia alle h 6:30, pancake per colazione, partenza alle otto. Ci separano da Marangu Gate gli ultimi 20 km di discesa.
Attacchiamo a camminare sotto un sole caldo che sa di "inizio estate" e che subito rende il ricordo di quel piovoso e umido panorama molto lontano.
Sono passati solo due giorni da quando abbiamo percorso quel sentiero per la prima volta, ma la sensazione è che siano trascorsi mesi. La temperatura si è alzata solo di qualche grado ma la percezione sulla pelle è così calda che ci permette di affrontare buona parte della discesa a torso nudo.
Ripassiamo da Mandara Huts non più da cauti e intimoriti escursionisti ma da "spavaldi eroi".
Ci inoltriamo nella foresta pluviale e lì otteniamo la nostra seconda grande conquista: Sam, la nostra silenziosissima guida, canta a squarciagola insieme a noi Bella ciao. Abbiamo vinto!
Cinque giorni prima, ho vinto la curiosità di girarmi per vedere come era l'altra faccia del portale d'ingresso al parco nazionale del Kilimanjaro. Mi ero ripromessa di non svelarmi nulla e vivermi con sorpresa ogni aspetto. Quindi non ti dirò come è fatto il portale nè in ingresso nè in uscita: andate a scoprirlo!
VUOI LA TRACCIA GPS?